L’arte dei videogiochi
La creazione di videogiochi è considerata davvero la decima forma d’arte? Per alcuni è ancora in discussione, ma senza dubbio i videogiochi, così come la gamification, sono diventati formidabili strumenti a supporto di musei e luoghi di cultura, strumenti per coinvolgere i più giovani, allargare l’audience… Scopri di più
Cosa imparerai
Grazie a questo corso potrai:
- conoscere i videogiochi come arte
- conoscere la gamification per la cultura
- raggiungere un nuovo pubblico con le tecniche del gioco
Descrizione del corso
I videogiochi rappresentano una delle espressioni artistiche e culturali più importanti della contemporaneità e, insieme, una delle meno conosciute e praticate dal mondo tradizionale delle istituzioni culturali.
Conoscere il linguaggio dei videogiochi significa aprirsi a una nuova generazione di creativi, che restituisce visioni del mondo fruite ormai da quasi tre miliardi di persone.
Anche per questo la creazione di videogiochi è considerata la decima forma d’arte, tanto che, di recente, è entrata al Moma di New York sotto forma di collezione permanente, sono nati musei dedicati ed è sempre più integrata nelle pratiche curatoriali delle mostre.
I videogiochi, così come la gamification, sono diventati formidabili strumenti a supporto di musei e luoghi della cultura, strumenti per coinvolgere i più giovani, allargare l’audience e migliorare la capacità di comunicare la nostra storia.

Docente / Fabio Viola
Fabio Viola ha collaborato a lungo con multinazionali del videogioco come Electronic Arts Mobile, Vivendi Games e G-Tech Group e ha partecipato allo sviluppo di giochi iconici come Fifa, The Sims, Crash Bandicoot, Harry Potter, ricoprendo molteplici incarichi, da game designer a country manager. Considerato uno dei più influenti gamification designer al mondo, nel 2018 è stato insignito del premio Lezioni di Design durante il Fuorisalone di Milano. Autore di libri quali Gamification – I Videogiochi nella Vita Quotidiana (2011), L’Arte del Coinvolgimento (Hoepli 2017), Giocarsi – Gaming e Gamification nei contesti professionali (Hogrefe 2021), attualmente insega in diverse università e accademie italiane. Nel 2016 fonda il collettivo internazionale di artisti TuoMuseo, specializzato nell’intersezione tra gaming e patrimonio culturale. Negli anni il dialogo tra videogaming e istituzioni museali rimane costante: firma produzioni come Father and Son per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con 5 milioni di download, A Life in Music per il Teatro Regio di Parma, primo mobile game al mondo prodotto da un teatro dell'opera, Past for Future, per il Marta di Taranto e The Medici Game per la Galleria degli Uffizi. È attualmente curatore per la Reggia di Venaria della mostra PLAY, la prima grande retrospettiva sul videogioco come arte, aperta il 22 luglio 2022.
A chi è rivolto il corso
Questo corso fa per te se:
- ti occupi della curatela di mostre e esposizioni
- studi materie umanistiche
- sei un operatore museale
- ti appassionano i videogiochi
Obiettivi
Il corso si propone di fornire nuove lenti attraverso cui guardare il medium videoludico. In particolare saranno presentati i videogiochi come strumenti di audience development, audience engagement e racconto del nostro patrimonio culturale. Si analizzeranno casi di successo come Father and Son del Mann di Napoli e A Life in Music del Teatro Regio di Parma.
Scoprirai inoltre i videogiochi come decima forma d’arte, attraverso il dialogo tra i maestri della tradizione analogica e l’arte interattiva dei videogiochi e con l’aiuto di un caso particolare, la mostra PLAY – Videogiochi, Arte ed Oltre della Reggia di Venaria.
Infine potrai usare i videogiochi come lente sociologica per comprendere le nuove generazioni e le ragioni del loro disimpegno verso la cultura tradizionale.
Programma del corso
L’arte dei videogiochi
-
L’arte dei videogiochi: introduzione
01:59
-
I videogiochi come decima forma d’arteAbbonati a Edulia
20:14
-
Gaming e Gamification nelle politiche museali
16:00
-
Videogiochi come lente sociale
19:21
-
L’arte dei videogiochi: conclusione
01:28