Venture capital e private equity: guida per un business di successo

Pubblicato il

14 giugno 2024

Creare un business richiede un’attenta pianificazione: un processo suddiviso in fasi distinte ma strettamente collegate, dall’ideazione alla stesura del business plan fino alla ricerca di investimenti, finalizzate a un solo obiettivo: avere successo e distinguersi dai competitor.


Avviare un business è una sfida stimolante, un rischio che molti scelgono di correre per far conoscere il proprio progetto, con l’obiettivo di crescere e migliorare le proprie performance. Tuttavia, per creare un’attività di successo non basta avere un’idea vincente: tutte le fasi di progettazione e vita dell’impresa, sono fondamentali per dare vita a un business solido e destinato ad ampliare i propri scenari di azione o di vendita.

Il successo immediato non sempre è sintomo di una buona riuscita completa del progetto: è necessario calibrare ogni passo sia affidandosi a consulenti esperti sia intrecciando rapporti con finanziatori esterni come nel caso del venture capital e del private equity. Questi due modelli di investimento si inseriscono direttamente nel ciclo di vita delle imprese e possono contribuire allo sviluppo e alla crescita di un’azienda, in modi e momenti differenti.


Creare un business: i primi passi


Ogni grande azienda parte da un tentativo: trasformare un’idea in un business. Nel caso delle startup l’idea di business che ne è alla base deve avere una capacità di penetrazione del mercato molto veloce e una scalabilità importante. Come spiegato nel corso di Edulia Masterclass su come trasformare un’idea in un progetto startup, tenuto da Augusto Coppola, una startup, per essere definita tale, deve essere capace di crescere in maniera esponenziale e generare profitto investendo sempre meno soldi.

Per avviare e creare un business però sono necessarie alcune azioni concrete per iniziare a gettare le fondamenta di un’impresa. Come spiegato nel nostro corso tenuto da Giulia D’Amato su come lanciare un’impresa minimizzando i costi e rischi, l’idea di business ha bisogno di punti di partenza solidi da cui prendere forma: il processo di validazione dell’idea è un percorso strategico che consente di calcolare costi e rischi per il lancio di una start-up o di un’azienda e che permette di svolgere delle analisi di mercato efficaci per valutare la domanda e l’interesse dei potenziali clienti.

Individuare una nicchia di mercato per il tuo business e identificare il tuo stereotipo di buyer personas sono quindi i due obiettivi a breve termine da raggiungere nella fase iniziale di vita di un’attività. Per nicchia di mercato si intende quel segmento di clienti caratterizzato da una specifica esigenza che non riescono a soddisfare nelle reti di mercato più ampie: definire i perimetri dell’area di azione del proprio business quindi permette all’impresa di distinguersi dalla concorrenza grazie ad una proposta mirata, fornendo prodotti o servizi precisi e adatti. A questa analisi, si lega l’individuazione dei buyer personas, un modello idealizzato del cliente tipo, che rappresenta il target di riferimento. Questi archetipi sono creati partendo da insight reali forniti dagli utenti e da dati raccolti durante le interviste o i sondaggi che fanno riferimento a caratteristiche socio-demografiche, psicografiche e comportamentali. Determinare gli aspetti dei clienti tipo è utile per orientare le strategie di business per coinvolgere e fidelizzare i propri utenti.

Tuttavia, uno degli ostacoli principali che gli imprenditori devono affrontare per creare un business e dare vita ad una propria azienda è la raccolta del capitale necessario. Esistono vari strumenti di finanziamenti diversi fra loro, in funzione della fase di sviluppo e del settore di riferimento, come ad esempio l’equity crowdfunding, un modello di cui abbiamo trattato nel corso tenuto da Giancarlo Vergine.

Tra le strategie più efficaci per sviluppare i propri prodotti, espandersi e consolidarsi nel mercato, il venture capital fornisce un sostegno finanziario concreto fondamentale durante la fase di start-up, quindi di avvio di un’attività.


Venture capital: dall’idea al successo

Il venture capital, il cui significato in italiano è “capitale di rischio”, è una forma di finanziamento in cui le aziende in fase di sviluppo vendono quote di loro proprietà ai fondi di venture capital in cambio di finanziamenti, supporto tecnico e assistenza nei processi di gestione. Gli investitori dunque partecipano alla gestione delle società in maniera diretta, raccogliendo liquidità da fondi istituzionali, istituti finanziari, fondazioni bancarie o assicurative, enti pubblici territoriali o enti previdenziali.

In un’operazione di venture capital l’apporto professionale dello stesso investitore è di fondamentale importanza nelle decisioni interne all’azienda, come la scelta di programmi economici e finanziari da adottare, canali di crescita da sfruttare e altre attività mirate allo sviluppo. Il sostegno degli investitori di venture capital non è quindi solo economico ma anche e soprattutto strategico: l’alto rischio a cui si espongono gli investitori nel puntare su una start-up in una fase ancora germinale può essere, in termini di ritorni economici, sia una grande vittoria sia un grande fallimento. In base al risultato raggiunto nel periodo dell'operazione, il disinvestimento della società venture capitalist, dunque la modalità di uscita dal processo di investimento, può avvenire in diverse modalità, come la vendita dei titoli a un’altra società o investitore o ai vecchi e nuovi soci, oppure la quotazione in borsa dei titoli dell’azienda partecipata. Lo strumento del venture capital può portare piccole aziende dal grande potenziale a crescere in maniera esponenziale. Uno degli esempi più emblematici in Italia è sicuramente quello di Satispay, un’azienda nata nel 2013 a Cuneo che, nel 2022, ha raccolto un investimento da 320 milioni da parte del fondo di venture capital americano Addition. E non è un segreto che questo investimento abbia consentito all’app di pagamento digitale made in Italy di entrare tra i colossi del settore tech mondiale.

Per approfondire il mondo di questa tipologia di investimento ti consigliamo il corso di Venture capital: come finanziare una start-up, tenuto da Nicola Redi, presente nel catalogo di Edulia Masterclass.


Private equity: massimizzare il valore di un’azienda

Se il venture capital agisce sulle aziende nelle prime fasi di sviluppo, il private equity è una tipologia di investimento che si inserisce in una fase diversa del ciclo di vita delle aziende. Il PE è una forma avanzata di investimento che coinvolge l'acquisto e la gestione di aziende non quotate. Gli investitori possono assumere un ruolo decisivo nella gestione delle imprese, attraverso cambiamenti strategici per massimizzare il valore e avere ritorni significativi. Questo asset class si inserisce nella cosiddetta fase di maturazione di un’impresa, quindi in un’impresa o in una società con un business stabile e un track record consolidato.

Come per il venture capital, anche nel modello del private equity l’investimento proviene da fondi specializzati, istituzionali o privati, con cui gli investitori possono acquisire una partecipazione significativa nel capitale di una PMI, con l’obiettivo di apportare sia miglioramenti operativi, strategici o finanziari, come l’avvio di un processo di managerializzazione interna e permettere all’impresa di entrare a contatto con un network nazionale e internazionale di esperti del settore e consulenti.

Il ciclo di vita di un’operazione di private equity si divide in tre fasi distinte:

  • il fundraising, il momento di raccolta di capitali da investitori istituzionali o privati qualificati per la creazione di un fondo chiuso;
  • il periodo di investimento, durante il quale i capitali raccolti vengono appunto investiti per l’acquisizione di aziende target ad alto potenziale di sviluppo;
  • il periodo di disinvestimento, la fase in cui la società acquisita ha raggiunto gli obiettivi e gli sviluppi previsti dall’investitore.

Le operazioni di private equity sono quindi investimenti a lungo termine, con periodi di investimento che vanno dai quattro ai cinque anni durante i quali l’investment team, va a focalizzarsi sulle strategie e approcci di investimento a seconda delle dimensioni della società e dell’ammontare del fondo utilizzato.

Esistono diverse modalità operative di finanziamento che variano a seconda della fase di sviluppo dell’azienda. Oltre al venture capital durante la fase iniziale e il private equity nella fase di maturazione, ci sono sia figure di riferimento che strumenti utili alla crescita e al rinnovamento di un’impresa:

  • l’expansion financing che sostiene la crescita esterna o interna durante la fase di sviluppo;
  • il bridge financing prepara l’azienda alla quotazione in borsa;
  • il turnaround financing, finalizzato a superare momenti di crisi interni;
  • i business angels, degli investitori che offrono capitale privato e conoscenze alle start-up che hanno buone prospettive di sviluppo.

Valutazione d’impresa: determinare il valore aziendale



La valutazione d’impresa è un passaggio fondamentale in operazioni come quelle del venture capital e del private equity, poiché determina il valore economico di una società e influenza direttamente le condizioni di investimento.

Lo strumento principale per avere un quadro dettagliato dell’insieme dei valori di un’azienda è il business plan. Fondamentale anche per dettagliare la vision e la mission di un progetto nella fase iniziale, questo documento definisce obiettivi, processi e attività aziendali future e i presunti risvolti economici di tali azioni. Oltre ad essere una guida strategica nella fase d’avvio di un’impresa, il business plan è la vetrina per eccellenza attraverso cui un’azienda si propone a potenziali investitori, finanziatori e istituti di credito.

Nel caso del venture capital, la valutazione d’impresa e un business plan ben strutturati sono utili, per un finanziatore, a capire sia una prospettiva di ritorno economico in base al capitale messo a disposizione, sia le probabilità di riuscita o di fallimento in base al potenziale innovativo della start-up.

Per le operazioni di private equity invece, il business plan è necessario all’imprenditore per stimare il valore dei flussi economici che un’azienda già solida riesce a produrre e come quest’ultima si inserisce nel suo mercato di riferimento: la valutazione d’impresa quindi fornisce a eventuali finanziatori uno scenario per valutare l’entità dell’investimento a seconda degli obiettivi da raggiungere.

Un'accurata valutazione d'impresa e la stesura di business plan chiaro e definito sono essenziali quindi per garantire un investimento calibrato e per preservare gli interessi di entrambe le parti, sia per l’azienda che per gli investitori.

Se vuoi approfondire gli strumenti utili per presentare proposte di collaborazione a finanziatori e per redigere al meglio un progetto imprenditoriale, ti invitiamo a seguire il corso dedicato alla stesura di un business plan efficace tenuto da Francesco Orlando.

Conclusioni


Torniamo al punto iniziale: per creare un business non serve soltanto un’idea. Quest’ultima è sì necessaria ma ha bisogno di essere studiata e analizzata per far sì che da una semplice intuizione possa nascere un grande progetto destinato a crescere e a distinguersi dai competitor. E strategie finanziarie come il venture capital e il private equity permettono non solo di ricevere un sostegno di tipo economico ma soprattutto strategico per una prospettiva di crescita e affermazione nel proprio settore di riferimento. Per scoprire tutti i segreti della strategia finanziaria del private equity, ti invitiamo a seguire il nuovo corso di Martina Di Gioia, investment director attiva nel settore del Private Equity in Italia da 10 anni: Introduzione al private equity, alle operazioni straordinarie e alla valutazione d’impresa è online sulla piattaforma di Edulia Masterclass.